FESTA
DI CORPO DEL 4° REGGIMENTO CARRI
(Bellinzago
novarese – 21 gennaio 2013)
Il 21 gennaio di 72 anni fa veniva data
alle fiamme la Bandiera del 4° Reggimento Carristi.
Non fu opera di un folle, ma di un ormai leggendario Comandante.
Il Colonnello Aresca prese questa decisione per preservare dalle mani inglesi,
rischiando la sua stessa vita, il simbolo della Patria che tanto sangue era
costato fino a quel momento ai suoi Carristi.
Dopo settantadue anni ci ritroviamo, attraverso l’erede del
Colonnello Aresca, Colonnello Mauro Perdichizzi, a rievocare quegli eventi. E’
proprio raccontando quella giornata che il Comandante sviluppa il suo discorso.
“Spesso, nella vita, mi accade di rivedere all’improvviso la Bandiera
del mio Rreggimento ardere in fiamme” raccontava il Caporal Maggiore carrista
Primo Marini allo scrittore Rinaldo Panetta nel suo libro “Caposaldo Aresca” - ricordo
di un carrista- (riportato nel sito e visibile cliccando qui).
Si sente il cuore cingolato dei Carristi
di ieri e di oggi ardere come quella Bandiera ascoltando attentamente queste
parole.
Sulle note del silenzio gli occhi guardano
fissi il Comandante che depone la Corona di alloro, ma chiaramente si vedono le
menti dei presenti sognare gli Eroi di quel giorno.
Per quei fatti d’arme il 4°
Reggimento Carri è insignito di una medaglia d’oro al valor militare e due
medaglie d’argento, custodite dal Colonnello Perdichizzi accanto agli ultimi
lembi della Bandiera arsa.
Anche lo Stendardo, presente alla
cerimonia vestendo le tre medaglie, sembra essere fiero di considerarsi figlio
di quella Bandiera ed erede dei suoi onori.
Le Compagnie di Carristi sfilano in
parata rendendo gli onori al loro Comandante.
La cerimonia è terminata, è questo il
momento d’incontro tra le Associazioni combattentistiche e d’Arma, sempre
presenti costantemente vicine all’Istituzione, e i Carristi del 4° Reggimento
Carri.
Ci ritroviamo tutti nella mensa. Si siedono
vicini Carristi del passato e Carristi del presente. I primi ricordando “i loro
tempi” e i secondi spiegando di come molto sia cambiato nella forma, ma poco
nello spirito. Qualcuno intona “Son d’acciaio i cingoli possenti…” e tutti in
piedi continuiamo “son d’acciaio come i nostri cuor…”. L’ambiente è sereno e
tutto si colora di rosso e di blu.
Il Comandante ringrazia e saluta i
presenti. L’appuntamento è per l’anno prossimo, sempre il 21 gennaio, sempre con nell’animo quegli Eroi che per altri settantadue anni e
oltre saranno sempre presenti nel nostro cuore e sempre esempio di lealtà verso
la nostra Bandiera e i colori della nostra specialità.