UNA RIFLESSIONE SUL 24° RADUNO NAZIONALE

Abbiamo il piacere di riportare una riflessione del nostro Presidente Onorario dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia – Generale di Corpo d’Armata Giuseppe PACHERA, pubblicata sul numero 5 settembre – ottobre 2017 del Notiziario della Presidenza Regionale A.N.C.I. – Veneto Occidentale e Trentino Alto Adige

24° RADUNO NAZIONALE
“Siamo alla vigilia di un Raduno Nazionale ed è giusto dedicare ad esso qualche parola e augurare ogni fortuna al suo successo. Ogni Raduno è diverso e ognuno rappresenta l’omaggio al passato, la fiducia nel presente e la speranza nell’avvenire. L’ultimo di Treviso del 2015 è stato dedicato al centenario dell’inizio della prima guerra mondiale e si è svolto degnamente in luoghi italiani sacri al suo ricordo. Anche il prossimo intende ricordare quella guerra non soltanto perché i carri armati vi furono impiegati per la prima volta, ma anche perché nel 1917 essa raggiunse la massima ampiezza e ferocia. Come tutti i Raduni carristi anche questo sarà l’esaltazione di uno spirito di corpo straordinario, né massa né folklore, ma piuttosto la espressione di una èlite di diverse gene-razioni con l’orgoglio di aver servito la Patria come soldati sempre modernissimi e nel contempo, più che eredi, creatori di tradizioni eroiche e non comuni. Dai primi Raduni, quelli del dopoguerra, di tutti coloro che con i carri avevano fatto la storia e in genere non la raccontavano, fino alle le ultime leve, e infine ai volontari, con racconti più modesti di avventure di Presidio e di imprese di pace.
Di questo spirito di corpo ebbe immediata sensazione e sbalordimento chi credeva di potere trasformare improvvisamente i carristi in soldati di tradizioni diverse e ben più illustri, ma prive della forza di un mestiere militare, nuovo e continuamente rinnovato, in cui conta non il numero ma la capacità tecnica personale e collettiva, unita al coraggio personale.
Sia quindi onore ai Raduni, custodi di orgoglio e di amicizie imperiture anche se vi è tutta una letteratura, non sempre benevola, su chi vi partecipa, di solito dettata da un certo pacifismo di moda. Salvo poi richiede-re la presenza benefica e consolatoria dei militari in tempi di insicurezza e paura sociale. Al di là di qualsiasi opinione, nessuno tuttavia – se non ha fatto il soldato – può comprende-re la bellezza di rivedersi, di ricordare quelli che hanno spento i motori, di commuoversi per i giorni della giovinezza, di ritrovare superiori, colleghi e inferiori un po’ uguali e un po’ diversi.
Infine la nostra riconoscenza deve andare agli organizzatori del 24° Raduno. Come in tutti i Raduni, sono i cirenei volontari di una improba e lunga fatica, in lotta con disposizioni sempre più restrittive e tremebonde e a contatto con autorità di ogni genere e orientamento. Devono trovare il coraggio di ave-re, di solito e alla fine quale unica ricompensa, una critica non sempre generosa. Nessuno di essi, tranne forse qualche fortunato più graduato di altri, salirà sul palco della Autorità o siederà al tavolo principale per avere ringraziamenti ed onori.
Da carristi di antico pelo, piloti di carri L3, ci permettiamo di ringraziarli e con essi i (sempre giovani) carristi che, provenienti da ogni parte d’Italia spesso con molta fatica e gravoso impegno personale, si ritroveranno a Pordenone per rivedere i loro (sempre più vecchi ?) carri armati”. GP