ASSOCIAZIONE
NAZIONALE CARRISTI D’ITALIA
LE UNITA’
REGGIMENTO CARRI ARMATI
(Il “Capostipite”)
Il 1° ottobre 1927, per trasformazione del Centro di Formazione Carri Armati, i Carristi vennero finalmente riuniti nel “Reggimento Carri Armati”. Prima unità carrista con rango reggimentale, il Reggimento Carri Armati è
considerato l’unità “Capostipite” e
la data della festa della Specialità coincide con la data della costituzione
del Reggimento.
Il
Comando del Reggimento ebbe la sua prima sede in Roma, nel Forte Tiburtino, e da esso dipendevano, oltre al
Deposito, ben cinque Battaglioni carri
armati, ognuno ordinato su due Compagnie
ciascuna su nove “complessi carro” Fiat 3000.
Il
primo Comandante del Reggimento Carri
Armati fu il Colonnello Giuseppe MIGLIO al quale, il 31 ottobre 1933,
subentrò il Colonnello Edoardo QUARRA.
Il
Reggimento Carri Armati non fu
inserito nell’ordinamento di alcuna delle Armi dell’Esercito e la specialità “Carri
Armati” fu inizialmente autonoma. Ciononostante, la mostreggiatura rimase
quella della Fanteria “fuori corpo”.
Nel
1928, tre dei cinque Battaglioni carri vennero distaccati rispettivamente a Bologna, a Udine ed a Codroipo. Nel 1929 il Battaglione
di Codroipo venne trasferito a Bassano del Grappa.
Nel
marzo del 1929 il Reggimento Carri Armati formò quattro squadriglie autoblindo Lancia-Ansaldo IZM, numerate
progressivamente da
Nel 1931 il Comando del Reggimento Carri Armati fu trasferito da
Roma a Bologna ed a maggio dello stesso anno le quattro squadriglie autoblindo
vennero riunite nel “Gruppo Autoblindo” che fu stanziato a Codroipo.
Due mesi più tardi due delle quattro
Squadriglie del gruppo autoblindo di Codroipo
furono soppresse e sostituite da due “Compagnie carri
veloci CV
Le due Compagnie carri veloci 29 del
Battaglione di Codroipo effettuarono sui greti del Tagliamento e nelle campagne
friulane, già teatro di tanti combattimenti della I Guerra Mondiale, le prime
esperienze pratiche di cooperazione dei carri con
A
partire dal 1932, il Reggimento Carri
Armati iniziò quindi ad addestrare all’impiego dei mezzi corazzati anche alcuni
Quadri dell’Arma di Cavalleria avvalendosi principalmente del proprio Battaglione carri veloci di Codroipo.
Tale Battaglione fu poi trasformato in “gruppo carri
veloci” e
trasferito a Palmanova, ma anche con la nuova denominazione, il reparto carri
veloci rimase sempre alle dipendenze organiche del Reggimento Carri Armati sino
alla data del suo scioglimento, nel giugno 1935.
Nel 1933, l’allora Ispettore
dell’Arma di Fanteria, il Generale Ottavio
ZOPPI, colui che durante la I^ Guerra Mondiale aveva
inventato i celebri Arditi, ruppe gli
indugi e, ancorché poco convinto dell’efficacia dei carri armati, giacché, fino
a quel momento, né l’Artiglieria, né la Cavalleria si erano dimostrate
adeguatamente interessate al nuovo sistema d’arma, si fece promotore del
potenziamento della componente corazzata del nostro esercito in seno alla più
vivace ed organicamente più robusta Arma di
Fanteria.
Dal 1934 al 1936, l’attività del Reggimento Carri Armati fu instancabile
e si riuscirono a costituire i seguenti reparti carristi:
- 12 battaglioni carri
assalto per Corpo d’Armata (I battaglione “Ribet”, II
battaglione “Berardi”, III battaglione “Paselli”
(poi divenuto XXXI “Cerboni”
, IV battaglione “Monti”,
V battaglione “Suarez”
(poi ribattezzato “Venezian”), VI battaglione “Lollini”,
VII battaglione “Vezzani”,
VIII battaglione “Bettoia”, IX battaglione “Guadagni”,
X battaglione “Menziger”, XI battaglione “Gregorutti”,
XII battaglione “Cangialosi”);
- 7 battaglioni carri
d’assalto coloniali [XX battaglione “Randaccio” (inviato
Eritrea il 28 agosto 1935, poi in Somalia e in Libia), XXI battaglione “Trombi”
(in Libia dal 4 ottobre 1935), XXII battaglione “Coralli” (in
Libia dal 10 dicembre 1935), XXIII battaglione “Stennio”, XXIV
battaglione, XXXI battaglione “Cerboni”, XXXII battaglione “Battisti”
(in Libia dal 10 dicembre 1935)];
- 1 compagnia carri
d’assalto (Eritrea);
- 1 squadrone speciale carri veloci (Somalia);
- 2 squadriglie autoblindo
(1^ e 2^ squadriglia speciale autoblindate “S”, su autoblindo Lancia-Ansaldo IZM - Somalia);
- 1 gruppo squadroni carri veloci (V gr. sqd. - Somalia);
- compagnia complementi per il 2° reggimento Bersaglieri;
- compagnia carri d’assalto per la Sardegna.
Nello stesso periodo di tempo, la
parallela opera svolta dal Reggimento
Scuola Carri Veloci si concretò nella costituzione dei seguenti reparti
carri:
- 3 gruppi squadroni carri
veloci (I “San Giorgio”, II “San Marco” e III “San
Martino” (divenuto poi “San Giusto”) su quattro squadroni
ciascuno (61 carri), assegnati alle Divisioni Celeri (tutti costituiti nel
1934);
- IV gruppo squadroni carri
veloci “Duca degli Abruzzi” e V gruppo squadroni carri veloci
“Baldissera” (costituiti nel 1935);
- uno squadrone carri veloci (di 15 carri ciascuno) per ognuno
dei reggimenti “Nizza”, “Aosta”, “Alessandria”, “Piemonte Reale”, “Vittorio
Emanuele II”, “Savoia”, “Novara”, “Firenze”, “Saluzzo” e “Guide” (tutti disciolti nel 1938).
-
Riepilogando, il Reggimento Carri Armati formò un totale
di 20 reparti a livello Battaglione e
Ad un certo punto, nel 1936, anche in
vista dell’ulteriore impulso allo sviluppo della componente corazzata reputato
ormai ineludibile, sopratutto sulla scorta degli ammaestramenti derivanti dall’esperienza
della Guerra di Spagna, si avvertì la necessità di rimettere ordine alle
competenze relative alla componente carri dell’Esercito Italiano.
Con la circolare n. 33700 del 9 maggio
1936 del Gabinetto del Ministro della Guerra, infatti, tutte le competenze tecniche in
merito alle unità carri dell’Esercito furono inquadrate nell’Arma di Fanteria.
Nel
quadro di questa razionalizzazione, il 15 settembre 1936, venne sciolto il Reggimento Carri Armati le cui funzioni
furono ripartite fra quattro nuovi Reggimenti di “Fanteria carrista” il che, di fatto, quadruplicò le potenzialità
della Specialità carristi.