LE DECORAZIONI CHE FREGIANO LO STENDARDO
DEL 32° REGGIMENTO CARRI
MEDAGLIA D’ORO
AL VALOR MILITARE
ALLO STENDARDO
DEL 32° REGGIMENTO CARRI
(per il III
Battaglione Carri)
“Durante due mesi di
tormentato periodo di operazioni in A. S., lanciato contro un avversario che
alla preparazione ed all’esperienza univa una schiacciante superiorità in armi
corazzate, si impegnava oltre ogni limite di resistenza e di sacrificio. Nella
difesa di Bardia sacrificava una intera compagnia, distrutta carro per carro, in
lotte impari ed estenuanti ed infliggendo sanguinose perdite a uomini e mezzi
avversari. Mutilato di questi suoi elementi, il battaglione continuava sempre
in attacco e sempre animato dallo stesso indomito tenace spirito offensivo,
anelando unicamente ad affermare, a costo della propria distruzione, la
superiorità del soldato italiano ed imponendosi all’ammirazione
dell’avversario. Consapevoli del loro destino e ben più grandi della loro
sfortuna, i carristi del III Battaglione M/13, sapevano immolarsi serenamente
alla pura bellezza del dovere e dell’onore, talché la loro unità veniva tutta
praticamente distrutta”.
(Egitto - Marmarica (A.S.), 9 dicembre 1940 - 8
febbraio 1941)
MEDAGLIA
D’ARGENTO AL VALOR MILITARE
ALLO STENDARDO
DEL 32° REGGIMENTO CARRI
(per il V
Battaglione Carri)
“Durante venticinque giorni di tormentate operazioni
in A. S., lanciato contro un avversario che alla preparazione ed all’esperienza
univa una schiacciante superiorità in armi corazzate, si impegnava con accanito
valore, combattendo, giorno e notte, nel torrido e logorante clima desertico,
spesso isolato, sorretto soltanto dalla fede e dall’animo indomito ed
infliggendo al nemico perdite sanguinose. In situazione critica per le nostre
armi, riunito con altri battaglioni in una brigata improvvisata, si opponeva
alla offensiva nemica, da Bardia ad Agedabia, strenuamente, anche senza
speranza, affrontando la propria distruzione e chiudendo, con i pochi
superstiti, la sua gloriosa e cruenta epopea nel rogo degli ultimi carri armati,
incendiati dagli stessi equipaggi di fronte al soverchiante nemico”.
(Cirenaica, 15 gennaio - 8 febbraio 1941)
MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR
DELL'ESERCITO
ALLO STENDARDO DEL 32 REGGIMENTO CARRI
(per il 3° Battaglione Carri "M.O.
Galas")
“Direttamente coinvolto
nel grave terremoto che colpiva il Friuli, interveniva tempestivamente in
soccorso delle popolazioni colpite con tutte le risorse di uomini e di
materiali. n condizioni di estrema difficoltà ed a rischio della propria
incolumità per il perdurare delle scosse e dei crolli, si prodigava in un
generoso slancio di fraterna solidarietà nel soccorso dei feriti e dei sepolti
dalle macerie, contribuendo a ridurre i danni provocati dalla sciagura ed a
infondere sicurezza e fiducia ai sinistrati. L’opera svolta ha riscosso il
plauso delle Autorità e la gratitudine della popolazione soccorsa e sollevata
dalle immediate sofferenze”
(Friuli, 6 maggio 1976 – 15 marzo 1977)
MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR
DELL'ESERCITO
ALLO STENDARDO DEL 32° REGGIMENTO
CARRI
“Il
32° Reggimento carri ha partecipato con proprie forze, inquadrate nel
contingente italiano impegnato in Somalia, alle operazioni di soccorso e
protezione alla popolazione martoriata dalla guerra civile. Per circa 15 mesi,
operando diuturnamente, in oggettive difficoltà ambientali ed in condizioni di
particolare sensibilità operativa, le sue unità hanno sempre evidenziato
elevate capacità professionali ed altissimo senso del dovere e dimostrato, in
ogni circostanza, la capacità di discriminare le loro reazioni, evitando così
l’inutile spargimento di sangue. con propri mezzi le unità hanno garantito una
eccezionale cornice di sicurezza e fronteggiato molteplici emergenze diventando
così punto di sicuro riferimento per tutte le forze del Contingente. Chiaro esempio
di grande perizia ed estremo valore che ha concorso ad elevare e nobilitare il
prestigio dell’Esercito Italiano sia in Patria sia all’Estero.”
(Somalia, 29 dicembre 1992 – 15 marzo
1994)
MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE DELLA CROCE ROSSA
ITALIANA
ALLO STENDARDO DEL 32° REGGIMENTO CARRI
“In
segno di viva e tangibile riconoscenza per il generoso contributo offerto alle
operazioni di soccorso sviluppate dalle unità della Croce Rossa Italiana in
favore delle popolazioni colpite dall’alluvione del novembre 1994”
(Roma, dicembre 1995).